Berkeley è una piccola città di ottantamila abitanti nella contea di Alameda, sul lato est della baia di San Francisco California. Oltre a San Francisco, svariate città si affacciano sulla baia, tra cui Oakland e San Josè (patria della squadra di hockey NHL San Josè Sharks), a formare un reticolo continuo. Berkeley è una di queste città, è situata a nord di Oakland.
Qui a Berkeley le dolci colline digradano verso le acque della baia, popolate da scoiattoli, studenti e segnate dal solito reticolo cartesiano di strade, che si vede in mille altre città d'america.
I dolci declivi della cittadina ospitano non solo villette in legno ed eccentrici vecchietti, ma anche il campus dell'università di California, Berkeley. La città è piccola, e tutto o quasi gravita attorno all'università.
Il campus, di primo acchito, può sobriamente essere definito una gabbia di matti. Non solo perchè i docenti e gli studenti (come un po' tutti gli abitanti di San Francisco e dintorni) tendono ad essere un po' eccentrici, ma anche perchè l'entrata principale del campus (The Sather Gate) è affolata ogni giorno da banchetti delle più svariate associazioni.
E anche fuori dal campus, a "downtown" (la città vera e propria) oltre ad uno stuolo di suonatori di strada, si possono trovare elementi strani forte. Oltre a qualche tribuno che arringa la folla, puoi vedere qualche punkabbestia che al confronto in Italia son belli, oppure ex figli dei fiori, o gente che ride, o gente che attacca bottone, così per strada...
Ecco, qui dentro e fuori del campus la gente è amichevole assai; oltre ad essere gentili quando uno straniero sperduto chiede informazioni (la prima settimana fermavo la gente a ogni incrocio per non sbagliare), si mettono volentieri a parlare, senza essere importuni.
Questa atmosfera un po' sinistroide si respira perfino dagli adesivi attaccati sulle macchine (moolto americano): "Defeat Bush" è un tormentone. Pare che qui, alle ultime elezioni, il partito repubblicano abbia preso meno voti del Green Party. Insomma un feudo democratico, tanto che all'entrata principale del campus, ci son perfino attivisti che vendono copie de "The Socialist Worker", periodico angolofono analogo del nostro -nostro si fa per dire- "Lotta Comunista".
Per fortuna -sempre si fa per dire- che dall'altra parte della strada regalano copie de "The Californian Patriot", periodico altrettanto d'assalto ma di stampo conservatore! Sarà che a Berkeley dichiararsi conservatori è molto controcorrente, sarà che nessuno li ascolta, ma nell'andar sopra le righe dei "miti sinistroidi" a volte son pure simpatici. A volte no, s'intende!
E dopo tutto questo sproloquio potevo risparmiarvi un cenno sul posto dove vivo? Ma certo che no! Vivo in una coop che NON è un supermercato ma una casa di studenti che si organizzano pe r mantenersi risparmiando un po'. L'atmosfera è simpatica, a parte che sono il più ggiovane qua dentro, gli altri hanno tutti anni e anni di esperienze assurde alle spalle (esercito, corpi di pace in paraguay, etc etc). Siccome però bisogna fare cinque ore alla settimana di lavoro, io cucino, così faccio la pasta a modo mio e combatto la nostalgia!
domenica, settembre 18, 2005
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