sabato, dicembre 24, 2005
Vacanze di Natale
Care amici e amiche vicini e lontani, spero di riuscire a chiamarvi in qualche modo tutti prima di Natale...
Nel frattempo, buone vacanze a tutti, da un motel nella ridente cittadina di Fortuna, costa nord della California!
mercoledì, novembre 30, 2005
La Città degli Angeli
martedì, novembre 15, 2005
Formal Dinner
Ricevute minacce innominabili per non aver aggiornato il blog per pochi giorni (quattro settimane) mi rendo conto deil peso e della responsabilità di uno scrittore (!?) che ha migliaia di lettori. Altro che università, questo è stress! E ovviamente mica posso fare affidamento su Martinello, che è un uomo impegnato!
Dunque, nelle ultime settimane non è successo nulla di incredibile (neanche prima, veramente) ma l'ultimo finesettimana è stato particolarmente denso di eventi. Infatti giovedì sera son giunti a farci visita tre pellegrini dal Sud: Gianni, Marco, e Gigi (meglio noto come Bruno Pizzul, per la strabiliante voce da telecronaca). I folli sono arrivati da Santa Barbara dopo NOVE ore di pullman, e ne han portato i postumi per tutto il weekend. Il venerdì li ho portati ad una festa, dove incredibile dictu è arrivata la polizia alle 23:51! "Fate troppo casino, i vicini si lamentano". La festa non era neanche cominciata! Stavamo benvendo birra tranquilli e beati! Non c'era nessuno ubriaco! Dopo la figuraccia coi miei ospiti del Sud, la sera successiva li ho invitati alla nostra Formal Dinner, evento organizzato da tempo. Si è trattato di una cena elegante, ove ognuno di noi poteva portare un ospite (allora io ne avevo cinque: la Manu, l'Elisa, più Gianni Marco e Gigi). In un'atmosfera da gran galà abbiamo pasteggiato con un'incredibile menu italo-greco (piatto forte, l'arrosto in crosta di pane, da me medesimo preparato, grazie papi della ricetta) ... Molto bello! Vi allego alcune foto, tanto per farvi capire che qua quando si fa sul serio, si spacca!
E questo venerdì abbiamo l'altro Evento della movida bercleiana (ahi, questo aggettivo mi ha rotto un molare): la festa della mia coop! La festa è ovviamente a tema ("Convent goes to space" convent è il nome della coop, ma non si prega) e verrà ovviamente fichissima! Speriamo che la polizia arrivi un po' più tardi...
Piccola nota tecnica: siccome questo sito si rifiuta di caricare altre foto, immaginate semplicemente l'arrosto, la bella gente e l'atmosfera che vi ho mirabilmente descritto, ove la tecnologia fallisce, trionfa l'immaginazione!
Dunque, nelle ultime settimane non è successo nulla di incredibile (neanche prima, veramente) ma l'ultimo finesettimana è stato particolarmente denso di eventi. Infatti giovedì sera son giunti a farci visita tre pellegrini dal Sud: Gianni, Marco, e Gigi (meglio noto come Bruno Pizzul, per la strabiliante voce da telecronaca). I folli sono arrivati da Santa Barbara dopo NOVE ore di pullman, e ne han portato i postumi per tutto il weekend. Il venerdì li ho portati ad una festa, dove incredibile dictu è arrivata la polizia alle 23:51! "Fate troppo casino, i vicini si lamentano". La festa non era neanche cominciata! Stavamo benvendo birra tranquilli e beati! Non c'era nessuno ubriaco! Dopo la figuraccia coi miei ospiti del Sud, la sera successiva li ho invitati alla nostra Formal Dinner, evento organizzato da tempo. Si è trattato di una cena elegante, ove ognuno di noi poteva portare un ospite (allora io ne avevo cinque: la Manu, l'Elisa, più Gianni Marco e Gigi). In un'atmosfera da gran galà abbiamo pasteggiato con un'incredibile menu italo-greco (piatto forte, l'arrosto in crosta di pane, da me medesimo preparato, grazie papi della ricetta) ... Molto bello! Vi allego alcune foto, tanto per farvi capire che qua quando si fa sul serio, si spacca!
E questo venerdì abbiamo l'altro Evento della movida bercleiana (ahi, questo aggettivo mi ha rotto un molare): la festa della mia coop! La festa è ovviamente a tema ("Convent goes to space" convent è il nome della coop, ma non si prega) e verrà ovviamente fichissima! Speriamo che la polizia arrivi un po' più tardi...
Piccola nota tecnica: siccome questo sito si rifiuta di caricare altre foto, immaginate semplicemente l'arrosto, la bella gente e l'atmosfera che vi ho mirabilmente descritto, ove la tecnologia fallisce, trionfa l'immaginazione!
venerdì, ottobre 14, 2005
El diablo
Ciao pisquani, siccome son stufo di fare homework, faccio una pausa insana davanti al computer. Questo blog da lavoro di coppia per colpa di Luca detto l'Ombroso (per la sua predilezione per le foto scure in primo piano) sta cadendo nelle mie grinfie, e ci scrivo tutto quello che mi pare, anche parolacce tipo che so, perifrasi!
Ma veniamo al vero motivo di questa nuova pagina, che è condividere lo sgomento per aver visto la vera natura demoniaca di un mio docente qui a Berkeley.
La settimana scorsa ho fatto il primo compitino di Analisi delle Strutture.
Finito l'esame son andato a mangiare, e poi a bere un caffe' (nell'unico posto a Berkeley dove lo fanno all'italiana) e ho trovato il prof del compitino (che e' greco) la' al bar. Ero con un altro ragazzo di nome Alessandro (e' di Roma e fa il master). Il prof si avvicina e in italiano fa: "gli Alessandri!" lo guardiamo gelati: prof ma lei parla italiano? (e si ricorda i nostri nomi?!) "Certo, l'Italia e' la mia seconda patria, quindi non parlatemi alle spalle che vi capisco!".
Se gli fossero spuntate le corna saremmo stati meno stupiti. Il bello e' che sto tizio e' un ottimo prof, molto chiaro, e ha studiato in Germania, quindi parla anche tedesco. Se volete vedere il tipo andate su:
http://www.ce.berkeley.edu/~filippou/
se cliccate sulla sua biografia, vedrete che ha insegnato (fatto qualche seminario, penso) anche a Trento, Roma e Napoli. Roba da non credere. In più ho scoperto che parla anche francese, e stamattina ho scoperto che ha anche un difetto, è milanista...
Ale
Ma veniamo al vero motivo di questa nuova pagina, che è condividere lo sgomento per aver visto la vera natura demoniaca di un mio docente qui a Berkeley.
La settimana scorsa ho fatto il primo compitino di Analisi delle Strutture.
Finito l'esame son andato a mangiare, e poi a bere un caffe' (nell'unico posto a Berkeley dove lo fanno all'italiana) e ho trovato il prof del compitino (che e' greco) la' al bar. Ero con un altro ragazzo di nome Alessandro (e' di Roma e fa il master). Il prof si avvicina e in italiano fa: "gli Alessandri!" lo guardiamo gelati: prof ma lei parla italiano? (e si ricorda i nostri nomi?!) "Certo, l'Italia e' la mia seconda patria, quindi non parlatemi alle spalle che vi capisco!".
Se gli fossero spuntate le corna saremmo stati meno stupiti. Il bello e' che sto tizio e' un ottimo prof, molto chiaro, e ha studiato in Germania, quindi parla anche tedesco. Se volete vedere il tipo andate su:
http://www.ce.berkeley.edu/~filippou/
se cliccate sulla sua biografia, vedrete che ha insegnato (fatto qualche seminario, penso) anche a Trento, Roma e Napoli. Roba da non credere. In più ho scoperto che parla anche francese, e stamattina ho scoperto che ha anche un difetto, è milanista...
Ale
giovedì, ottobre 13, 2005
Uno sguardo sul passato
Qualcuno dei nostri venticinque lettori ha letto, non ha capito, e ha osato criticare! Ottimo spunto per dei miglioramenti, e per un nuovo capitolo. In realtà non parlerò di niente di nuovo, anzi parlerò di cose vecchie, ma abbiate pazienza domani ho un esame, anche se sono in California. Ma rispondiamo alla domanda fondamentale dei nostri affezionati lettori....
PERCHE' "MALVASIA"?
Ma come perchè? I Malvasia sono sempre stati Luca Martinello, Alessandro Artuso, e Paolo Bazzana (in rigoroso disordine alfabetico). E' un fantastico gruppo di metateatro, cabaret epistemologico e tetradialogo filosofico. Insomma, negli gloriosi mazzurri abbiamo cercato il bagno di folla tramite un mix letale di musica, parole in libertà, e umorismo di bassa lega. Come avranno notato gli scellerati che hanno fatto la domanda, non c'entra ASSOLUTAMENTE nulla il locale omonimo in centro a Vicenza.
E sì che ho provato a vendervi il dvd!
Sparse qua attorno potete vedere alcune foto di noi prodi. Ne approfitto per ringraziare il buon Paolo Bazzana, che non potendo essere al momento in California a causa di un impegno improvviso (deve laurerarsi) ci ha benignamente concesso di usare il Nome, di cui egli detiene un terzo dei diritti, per questo sito-diario. Ciao Paolo!
Ale
PERCHE' "MALVASIA"?
Ma come perchè? I Malvasia sono sempre stati Luca Martinello, Alessandro Artuso, e Paolo Bazzana (in rigoroso disordine alfabetico). E' un fantastico gruppo di metateatro, cabaret epistemologico e tetradialogo filosofico. Insomma, negli gloriosi mazzurri abbiamo cercato il bagno di folla tramite un mix letale di musica, parole in libertà, e umorismo di bassa lega. Come avranno notato gli scellerati che hanno fatto la domanda, non c'entra ASSOLUTAMENTE nulla il locale omonimo in centro a Vicenza.
E sì che ho provato a vendervi il dvd!
Sparse qua attorno potete vedere alcune foto di noi prodi. Ne approfitto per ringraziare il buon Paolo Bazzana, che non potendo essere al momento in California a causa di un impegno improvviso (deve laurerarsi) ci ha benignamente concesso di usare il Nome, di cui egli detiene un terzo dei diritti, per questo sito-diario. Ciao Paolo!
Ale
lunedì, ottobre 10, 2005
Le sequoie
E uno scrive scrive, e poi si dimentica il titolo, vero Luca? Allora per non sembrare che faccia tutto l'altra metà dei malvasia (potrei cominciare a chiamarti asìa, Luca. Anche Malv, ma quello è più bello, lo tengo per me) scrivo anch'io le mie ultime avventure!
Intanto, visto che sono in California, son andato a veder le sequoie. E' però necessaria una premessa. Forse non tutti i miei venticinque lettori sanno che esistono due tipi di sequoie (che per i più ignoranti sono dei GRANDISSIMI abeti); le sequoie giganti, i cosiddetti "redwood". Io ho visto queste ultime, che si distinguono dalle altre perchè son più alte e più snelle. Insomma non ho visto quelle con un diametro di dodici metri e alte novanta, ma quelle con un diametro di due metri e alte cento metri. Non so se rendo... anzi per rendere
un po' guardate la foto. Prima che qualcuno mi dica che ho sempre la stessa maglia, vi avverto che essendo quella felpa comoda per gli sbalzi di caldo freddo che animano la baia, la uso spesso sì. Perè la lavo poi, fessi, che credete?
Dalle foto gli alberi non sembrano granchè, anche perchè se notate la mia forza immane mi fa spostare un tronco enorme con noncuranza, era caduto sul sentiero ho dovuto agire. Eravamo io, la Manu (la mia super morosa) e i suoi due fratelli. Allego anche foto di una sezione di tronco di sequoia caduto; i numeri non si leggono, ma la sequoia in oggetto è nata nel 909 d.c. ed è caduta nel 1930. Vecchietta! Percorsa la valle siamo arrivati in cima alla collina, per ammirare un panorama incredibile... in realtà non avevamo in programma di star così tanto nel parco, e nemmeno di arrivare fin lassù. Oltre ad un sacco di vento, in cima alla collina c'era ad attenderci un elicottero, io e la Manu siam saliti e ci siam lanciati col paracadute (vedere foto per credere). Che dire, la vita in California è proprio noiosa...
Intanto, visto che sono in California, son andato a veder le sequoie. E' però necessaria una premessa. Forse non tutti i miei venticinque lettori sanno che esistono due tipi di sequoie (che per i più ignoranti sono dei GRANDISSIMI abeti); le sequoie giganti, i cosiddetti "redwood". Io ho visto queste ultime, che si distinguono dalle altre perchè son più alte e più snelle. Insomma non ho visto quelle con un diametro di dodici metri e alte novanta, ma quelle con un diametro di due metri e alte cento metri. Non so se rendo... anzi per rendere
un po' guardate la foto. Prima che qualcuno mi dica che ho sempre la stessa maglia, vi avverto che essendo quella felpa comoda per gli sbalzi di caldo freddo che animano la baia, la uso spesso sì. Perè la lavo poi, fessi, che credete?
Dalle foto gli alberi non sembrano granchè, anche perchè se notate la mia forza immane mi fa spostare un tronco enorme con noncuranza, era caduto sul sentiero ho dovuto agire. Eravamo io, la Manu (la mia super morosa) e i suoi due fratelli. Allego anche foto di una sezione di tronco di sequoia caduto; i numeri non si leggono, ma la sequoia in oggetto è nata nel 909 d.c. ed è caduta nel 1930. Vecchietta! Percorsa la valle siamo arrivati in cima alla collina, per ammirare un panorama incredibile... in realtà non avevamo in programma di star così tanto nel parco, e nemmeno di arrivare fin lassù. Oltre ad un sacco di vento, in cima alla collina c'era ad attenderci un elicottero, io e la Manu siam saliti e ci siam lanciati col paracadute (vedere foto per credere). Che dire, la vita in California è proprio noiosa...
giovedì, ottobre 06, 2005
ciao a tutti!
Ho deciso finalmente di farmi vivo e di uscire dall'ombra nella quale ero rimasto per molto tempo in questo blog...la foto vorrebbe essere una prova della mia presenza...ci sono!
La foto e' stata scattata all'uscita da un posto che oramai mi e' familiare...la biblioteca!
Sono molto contento di questo primo duro mese... a volte le cose belle pero' non sono le piu' semplici.
Beh, che dire... seguire otto ore di lezione in inglese, condividere una piccola stanza con un coreano che ha qualche abitudine differente, qualche corso "facoltativamente obbligatorio" non previsto che potremmo comunemente chiamare scienza delle costruzioni...insomma.... riempiono una giornata!
L'importante e' organizzarsi!......era organizzarsi!
Questa mattina ho chiamato casa...mi hanno raccontato che a Vicenza pioveva e faceva freddo...poi ho alzato la persiana e dalla mia finestra ho visto un bellissimo cielo terso sul golden gate e su alcatraz e sulla baia tutta...e sullo sfondo l'oceano.
Da quando la nebbia estiva che ricopre San Francisco e le sue acque se ne e' andata ogni mattino e' una emozione uscire dalla I-House. I-House e' il posto dove dormo...un casa per studenti internazionali al limitare del campus in alto sulla collina di Berkeley.
Il prossimo semestre spero di fare il corso di wind surf presso la marina del campus.
In questo periodo ho tentato anche di divertirmi e di farmi una idea della cultura americana...
Ho una famiglia adottiva che mi dovebbe ospitare per il thanksgiving, per il Natale o giusto per una cena tranquilla dal sapore familiare.
Ho incontrato molte persone in questi primi giorni e devo dire che mi ha permesso di cambiare la mia percezione del mondo...l'asia e' veramente enorme e differente. Qui alla I-house ci sono tutte le diverse comunita' : taiwanese, coreana, giapponese, cinese.
Vivendo con loro ci si accorge delle profonde differenze che le contraddistinguono.
Ho avuto un forte senso del significato della provenienza di un persona.
L'incontrare persone che attribuiscono al loro paese lo stesso valore che io attribuisco al mio e che sentono in un certo senso il tuo mondo distante come tu senti il loro mi ha aiutato ad uscire da quella percezione assoluta di una vita che scorre solo in Italia.
Vabbe'....se non mi sono spiegato fa lo stesso.
Spero di tornare a scrivere presto...dedico al mio compagno di avventure (felice che tu sia qui!)
questa foto...
Ciao a tutti...Luca
Ho deciso finalmente di farmi vivo e di uscire dall'ombra nella quale ero rimasto per molto tempo in questo blog...la foto vorrebbe essere una prova della mia presenza...ci sono!
La foto e' stata scattata all'uscita da un posto che oramai mi e' familiare...la biblioteca!
Sono molto contento di questo primo duro mese... a volte le cose belle pero' non sono le piu' semplici.
Beh, che dire... seguire otto ore di lezione in inglese, condividere una piccola stanza con un coreano che ha qualche abitudine differente, qualche corso "facoltativamente obbligatorio" non previsto che potremmo comunemente chiamare scienza delle costruzioni...insomma.... riempiono una giornata!
L'importante e' organizzarsi!......era organizzarsi!
Questa mattina ho chiamato casa...mi hanno raccontato che a Vicenza pioveva e faceva freddo...poi ho alzato la persiana e dalla mia finestra ho visto un bellissimo cielo terso sul golden gate e su alcatraz e sulla baia tutta...e sullo sfondo l'oceano.
Da quando la nebbia estiva che ricopre San Francisco e le sue acque se ne e' andata ogni mattino e' una emozione uscire dalla I-House. I-House e' il posto dove dormo...un casa per studenti internazionali al limitare del campus in alto sulla collina di Berkeley.
Il prossimo semestre spero di fare il corso di wind surf presso la marina del campus.
In questo periodo ho tentato anche di divertirmi e di farmi una idea della cultura americana...
Ho una famiglia adottiva che mi dovebbe ospitare per il thanksgiving, per il Natale o giusto per una cena tranquilla dal sapore familiare.
Ho incontrato molte persone in questi primi giorni e devo dire che mi ha permesso di cambiare la mia percezione del mondo...l'asia e' veramente enorme e differente. Qui alla I-house ci sono tutte le diverse comunita' : taiwanese, coreana, giapponese, cinese.
Vivendo con loro ci si accorge delle profonde differenze che le contraddistinguono.
Ho avuto un forte senso del significato della provenienza di un persona.
L'incontrare persone che attribuiscono al loro paese lo stesso valore che io attribuisco al mio e che sentono in un certo senso il tuo mondo distante come tu senti il loro mi ha aiutato ad uscire da quella percezione assoluta di una vita che scorre solo in Italia.
Vabbe'....se non mi sono spiegato fa lo stesso.
Spero di tornare a scrivere presto...dedico al mio compagno di avventure (felice che tu sia qui!)
questa foto...
Ciao a tutti...Luca
sabato, ottobre 01, 2005
San Francisco e i figli dei fiori
E qua mi tocca fare tutto a me! Per fortuna che non ho nessuna voglia di studiare... Allora cosa vi racconto? Mah, visto che non ho ancora detto niente di San Francisco, ma parliamone! Corredato di tante foto, vado a descrivere la capitale della bay area...
La caratteristica principale della città deriva dal genio urbanista che ha pensato bene di prendere lo stesso tracciato di strade di, che so, Manhattan, e di catapultarlo sopra una penisola collinosa.
Il risultato è tutto nelle foto seguenti! I poveri turisti (e stupidi, visto che l'autobus -ho scoperto nella mia seconda visita alla città- costa solo 1,50 $ per circa cinque ore) sono costretti a scalate improbe, ma in cima alle colline la vista è impagabile...
Come ogni città americana, ha i suoi grattacieli, il più alto è la Transamerica pyramid, edificio di dubbio gusto architettonico ma di sicuro impatto sullo skyline della città. Alta 260 m, rimarrà impressa nella mia retina più che altro perchè riprodotta sulla copertina del mio libro di Dinamica delle Strutture. Ah, la sismica! A parte tutto ciò, un'altra bellezza strutturale di San Francisco è il Golden Gate bridge, assai più vecchio e maestoso di qualsiasi grattacielo, che incornicia in maniera superba lo stretto omonimo. Una vista da togliere il fiato, con tutte le vele che solcano le acque della baia...
Che altro dirvi della città? L'atmosfera che si respira è quasi gioiosa, la gente sembra molto rilassata, e ci sono perfino delle cose ANTICHE! Ebbene sì, delle casette vittoriane che hanno centocinquant'anni! Smettetela di ragionare da europei, e pensate a quanta storia c'è, per un americano! In più il fatto che sono in cima ad una collina, e si vedono tutti i grattacieli sullo sfondo del panorama, genera automaticamente una vista da togliere il fiato! In cima a questa collina (scalata sempre a piedi, mi raccomando) oltre alla vista meravigliosa, abbiamo visto un gruppo di vicini di casa intenti ad un barbeque (a cui ci hanno invitato, così. americani!) all'ombra di un enorme pallone gonfiabile a forma di gorilla. Non scherzo, guardate la foto!
Insomma non so se è chiaro che la città mi è piaciuta molto. Ovviamente abbiamo visitato mille altri luoghi degni di lunghe descrizioni, come Lombard St. (la strada più ripida del mondo, e perfino gli americani scoprono i tornanti, e l'ho fatta tutta a piedi!); oppure il pier 39, "molo" pieno di negozi superturistici da cui si gode una meravigliosa vista della baia con l'isola di Alcatraz in primo piano; il quartiere italiano (pizza spaghetti mandolino mafia, ma non troppo) dove improbabili ristoranti italiani servivano improbabili pizze a ignari turisti; Chinatown (una telecamera a trenta dollari. E' scavata da un mattone o funziona?); non dimentichiamo Japantown, altra ricca e attiva comunità asiatica. E i segnali nei quartieri sono veramente in doppia lingua! In effetti qui nella Bay Area sono moltissimi gli statunitensi di origine asiatica, per cui si vedono occhi a mandorla a carrettate, i cui proprietari nella maggior parte dei casi parlano solo americano stretto.
Per ora credo sia tutto, corro a finire i compiti per casa... evviva l'università americana, che ti fa sentire adulto e responsabile!
La caratteristica principale della città deriva dal genio urbanista che ha pensato bene di prendere lo stesso tracciato di strade di, che so, Manhattan, e di catapultarlo sopra una penisola collinosa.
Il risultato è tutto nelle foto seguenti! I poveri turisti (e stupidi, visto che l'autobus -ho scoperto nella mia seconda visita alla città- costa solo 1,50 $ per circa cinque ore) sono costretti a scalate improbe, ma in cima alle colline la vista è impagabile...
Come ogni città americana, ha i suoi grattacieli, il più alto è la Transamerica pyramid, edificio di dubbio gusto architettonico ma di sicuro impatto sullo skyline della città. Alta 260 m, rimarrà impressa nella mia retina più che altro perchè riprodotta sulla copertina del mio libro di Dinamica delle Strutture. Ah, la sismica! A parte tutto ciò, un'altra bellezza strutturale di San Francisco è il Golden Gate bridge, assai più vecchio e maestoso di qualsiasi grattacielo, che incornicia in maniera superba lo stretto omonimo. Una vista da togliere il fiato, con tutte le vele che solcano le acque della baia...
Che altro dirvi della città? L'atmosfera che si respira è quasi gioiosa, la gente sembra molto rilassata, e ci sono perfino delle cose ANTICHE! Ebbene sì, delle casette vittoriane che hanno centocinquant'anni! Smettetela di ragionare da europei, e pensate a quanta storia c'è, per un americano! In più il fatto che sono in cima ad una collina, e si vedono tutti i grattacieli sullo sfondo del panorama, genera automaticamente una vista da togliere il fiato! In cima a questa collina (scalata sempre a piedi, mi raccomando) oltre alla vista meravigliosa, abbiamo visto un gruppo di vicini di casa intenti ad un barbeque (a cui ci hanno invitato, così. americani!) all'ombra di un enorme pallone gonfiabile a forma di gorilla. Non scherzo, guardate la foto!
Insomma non so se è chiaro che la città mi è piaciuta molto. Ovviamente abbiamo visitato mille altri luoghi degni di lunghe descrizioni, come Lombard St. (la strada più ripida del mondo, e perfino gli americani scoprono i tornanti, e l'ho fatta tutta a piedi!); oppure il pier 39, "molo" pieno di negozi superturistici da cui si gode una meravigliosa vista della baia con l'isola di Alcatraz in primo piano; il quartiere italiano (pizza spaghetti mandolino mafia, ma non troppo) dove improbabili ristoranti italiani servivano improbabili pizze a ignari turisti; Chinatown (una telecamera a trenta dollari. E' scavata da un mattone o funziona?); non dimentichiamo Japantown, altra ricca e attiva comunità asiatica. E i segnali nei quartieri sono veramente in doppia lingua! In effetti qui nella Bay Area sono moltissimi gli statunitensi di origine asiatica, per cui si vedono occhi a mandorla a carrettate, i cui proprietari nella maggior parte dei casi parlano solo americano stretto.
Per ora credo sia tutto, corro a finire i compiti per casa... evviva l'università americana, che ti fa sentire adulto e responsabile!
giovedì, settembre 29, 2005
the infamous skirt party
Carissimi, perdurando lo stato di straniamento dalla realtà del mio collega di blog luca martinello, che non solo non pubblica niente ma manco censura le mie pubblicazioni in alcun modo, io sciallo continuo la tragicomica narrazione degli eventi.
Vado perciò a rendere noto al mondo che ho partecipato ad un party in gonna, nel senso che anche i maschi avevano la gonna. Gli altri burini si sono limitati ad un look quantomeno discutibile, a metà strada fra una velina e un transessuale. Avrei potuto piegarmi anch'io alla banalità di chiedere una gonna in prestito ad una donna ma NO!
Mi sono invece adornato del tradizionale costume della mia nebbiosa terra, che pur essendo una gonna fa trasparire tutta la virilità che mi è propria, e con passi decisi mi son addentrato nel cuore della festa, bardato del mio kilt fatto in casa.
Il kilt in realtà era la coperta di un mio vicino di stanza, il borsello e il papillon sono un altro prestito, la giacca è mia. Bello vero?
Erano tutti talmente presi dal mio super kilt fatto in casa, che nessuno si è ricordato di dirmi, se non una volta dentro, che per chi non viveva all'International House, il costo era DIECI dollari. E che faccio, se son già dentro e ho solo sei dollari, come pago? Insomma ho ballato assai, e poi sono uscito senza pagare. Ecco qualcuno dirà "Il solito italiano"! Avete ragione, abbiamo o non abbiamo fantasia, nel Bel Paese?
Vado perciò a rendere noto al mondo che ho partecipato ad un party in gonna, nel senso che anche i maschi avevano la gonna. Gli altri burini si sono limitati ad un look quantomeno discutibile, a metà strada fra una velina e un transessuale. Avrei potuto piegarmi anch'io alla banalità di chiedere una gonna in prestito ad una donna ma NO!
Mi sono invece adornato del tradizionale costume della mia nebbiosa terra, che pur essendo una gonna fa trasparire tutta la virilità che mi è propria, e con passi decisi mi son addentrato nel cuore della festa, bardato del mio kilt fatto in casa.
Il kilt in realtà era la coperta di un mio vicino di stanza, il borsello e il papillon sono un altro prestito, la giacca è mia. Bello vero?
Erano tutti talmente presi dal mio super kilt fatto in casa, che nessuno si è ricordato di dirmi, se non una volta dentro, che per chi non viveva all'International House, il costo era DIECI dollari. E che faccio, se son già dentro e ho solo sei dollari, come pago? Insomma ho ballato assai, e poi sono uscito senza pagare. Ecco qualcuno dirà "Il solito italiano"! Avete ragione, abbiamo o non abbiamo fantasia, nel Bel Paese?
domenica, settembre 18, 2005
Talkin' about Berkeley
Berkeley è una piccola città di ottantamila abitanti nella contea di Alameda, sul lato est della baia di San Francisco California. Oltre a San Francisco, svariate città si affacciano sulla baia, tra cui Oakland e San Josè (patria della squadra di hockey NHL San Josè Sharks), a formare un reticolo continuo. Berkeley è una di queste città, è situata a nord di Oakland.
Qui a Berkeley le dolci colline digradano verso le acque della baia, popolate da scoiattoli, studenti e segnate dal solito reticolo cartesiano di strade, che si vede in mille altre città d'america.
I dolci declivi della cittadina ospitano non solo villette in legno ed eccentrici vecchietti, ma anche il campus dell'università di California, Berkeley. La città è piccola, e tutto o quasi gravita attorno all'università.
Il campus, di primo acchito, può sobriamente essere definito una gabbia di matti. Non solo perchè i docenti e gli studenti (come un po' tutti gli abitanti di San Francisco e dintorni) tendono ad essere un po' eccentrici, ma anche perchè l'entrata principale del campus (The Sather Gate) è affolata ogni giorno da banchetti delle più svariate associazioni.
E anche fuori dal campus, a "downtown" (la città vera e propria) oltre ad uno stuolo di suonatori di strada, si possono trovare elementi strani forte. Oltre a qualche tribuno che arringa la folla, puoi vedere qualche punkabbestia che al confronto in Italia son belli, oppure ex figli dei fiori, o gente che ride, o gente che attacca bottone, così per strada...
Ecco, qui dentro e fuori del campus la gente è amichevole assai; oltre ad essere gentili quando uno straniero sperduto chiede informazioni (la prima settimana fermavo la gente a ogni incrocio per non sbagliare), si mettono volentieri a parlare, senza essere importuni.
Questa atmosfera un po' sinistroide si respira perfino dagli adesivi attaccati sulle macchine (moolto americano): "Defeat Bush" è un tormentone. Pare che qui, alle ultime elezioni, il partito repubblicano abbia preso meno voti del Green Party. Insomma un feudo democratico, tanto che all'entrata principale del campus, ci son perfino attivisti che vendono copie de "The Socialist Worker", periodico angolofono analogo del nostro -nostro si fa per dire- "Lotta Comunista".
Per fortuna -sempre si fa per dire- che dall'altra parte della strada regalano copie de "The Californian Patriot", periodico altrettanto d'assalto ma di stampo conservatore! Sarà che a Berkeley dichiararsi conservatori è molto controcorrente, sarà che nessuno li ascolta, ma nell'andar sopra le righe dei "miti sinistroidi" a volte son pure simpatici. A volte no, s'intende!
E dopo tutto questo sproloquio potevo risparmiarvi un cenno sul posto dove vivo? Ma certo che no! Vivo in una coop che NON è un supermercato ma una casa di studenti che si organizzano pe r mantenersi risparmiando un po'. L'atmosfera è simpatica, a parte che sono il più ggiovane qua dentro, gli altri hanno tutti anni e anni di esperienze assurde alle spalle (esercito, corpi di pace in paraguay, etc etc). Siccome però bisogna fare cinque ore alla settimana di lavoro, io cucino, così faccio la pasta a modo mio e combatto la nostalgia!
Qui a Berkeley le dolci colline digradano verso le acque della baia, popolate da scoiattoli, studenti e segnate dal solito reticolo cartesiano di strade, che si vede in mille altre città d'america.
I dolci declivi della cittadina ospitano non solo villette in legno ed eccentrici vecchietti, ma anche il campus dell'università di California, Berkeley. La città è piccola, e tutto o quasi gravita attorno all'università.
Il campus, di primo acchito, può sobriamente essere definito una gabbia di matti. Non solo perchè i docenti e gli studenti (come un po' tutti gli abitanti di San Francisco e dintorni) tendono ad essere un po' eccentrici, ma anche perchè l'entrata principale del campus (The Sather Gate) è affolata ogni giorno da banchetti delle più svariate associazioni.
E anche fuori dal campus, a "downtown" (la città vera e propria) oltre ad uno stuolo di suonatori di strada, si possono trovare elementi strani forte. Oltre a qualche tribuno che arringa la folla, puoi vedere qualche punkabbestia che al confronto in Italia son belli, oppure ex figli dei fiori, o gente che ride, o gente che attacca bottone, così per strada...
Ecco, qui dentro e fuori del campus la gente è amichevole assai; oltre ad essere gentili quando uno straniero sperduto chiede informazioni (la prima settimana fermavo la gente a ogni incrocio per non sbagliare), si mettono volentieri a parlare, senza essere importuni.
Questa atmosfera un po' sinistroide si respira perfino dagli adesivi attaccati sulle macchine (moolto americano): "Defeat Bush" è un tormentone. Pare che qui, alle ultime elezioni, il partito repubblicano abbia preso meno voti del Green Party. Insomma un feudo democratico, tanto che all'entrata principale del campus, ci son perfino attivisti che vendono copie de "The Socialist Worker", periodico angolofono analogo del nostro -nostro si fa per dire- "Lotta Comunista".
Per fortuna -sempre si fa per dire- che dall'altra parte della strada regalano copie de "The Californian Patriot", periodico altrettanto d'assalto ma di stampo conservatore! Sarà che a Berkeley dichiararsi conservatori è molto controcorrente, sarà che nessuno li ascolta, ma nell'andar sopra le righe dei "miti sinistroidi" a volte son pure simpatici. A volte no, s'intende!
E dopo tutto questo sproloquio potevo risparmiarvi un cenno sul posto dove vivo? Ma certo che no! Vivo in una coop che NON è un supermercato ma una casa di studenti che si organizzano pe r mantenersi risparmiando un po'. L'atmosfera è simpatica, a parte che sono il più ggiovane qua dentro, gli altri hanno tutti anni e anni di esperienze assurde alle spalle (esercito, corpi di pace in paraguay, etc etc). Siccome però bisogna fare cinque ore alla settimana di lavoro, io cucino, così faccio la pasta a modo mio e combatto la nostalgia!
sabato, settembre 17, 2005
Una foto a lungo attesa
Miei cari...
arrivato a Berkeley, il buon Ale ha deciso di conoscere la gente ggiusta sin da subito, perciò è andato di soppiatto (ma và aveva l'invito, come tutte le altre matricole) al party organizzato dal rettore.
Non solo il nostro ha mangiato a sbafo, ascoltando a metà il discorso di benvenuto del padrone di casa. Non solo ha sorriso appena alle tradizionali barzellette del presidente dell'associazione degli studenti (cosa vinci se vai in macchina attraverso Stanford gettando soldi dal finestrino? Una laurea!) ma, mai domo, ha ben pensato di farsi fare una foto col rettore medesimo con una macchinetta digitale prestata!
E qui, purtroppo, ha cominciato a soffrire. Bullatosi con troppe persone dell'evento, ha atteso due settimane la fatidica e-mail con la foto! Ma finalmente l'atteso evento è giunto...
Ecco a voi il rettore, nella sua canuta saggezza, attorniato da svariati studenti fra cui notate lo splendore di me medesimo!!!Non solo il nostro ha mangiato a sbafo, ascoltando a metà il discorso di benvenuto del padrone di casa. Non solo ha sorriso appena alle tradizionali barzellette del presidente dell'associazione degli studenti (cosa vinci se vai in macchina attraverso Stanford gettando soldi dal finestrino? Una laurea!) ma, mai domo, ha ben pensato di farsi fare una foto col rettore medesimo con una macchinetta digitale prestata!
E qui, purtroppo, ha cominciato a soffrire. Bullatosi con troppe persone dell'evento, ha atteso due settimane la fatidica e-mail con la foto! Ma finalmente l'atteso evento è giunto...
martedì, settembre 13, 2005
Benvenuti...
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